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Consegna prevista Agosto 2024
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Marilù è una ragazza solare, giovane e bella. Con la sua amica del cuore si prepara alla festa d’estate. Un evento tanto atteso ma che si trasformerà in una notte di stupro e violenza.
Una tragedia che porterà dolore ingestibile nella vita della ragazza e di suo fratello Alberto.
Un dolore che diventa vivo e farà uscire la bestia.
Un dolore che diventa vendetta o forse perdono.

Perché ho scritto questo libro?

Partendo da episodi di vita tristemente quotidiana, il libro nasce, in primis, con l’obiettivo di omaggiare eroi moderni che hanno combattuto battaglie e affrontato ostacoli di ogni genere ma anche dal profondo desiderio di dare vita alle mie emozioni e mettere su carta pensieri e parole. Creare personaggi che nascono dal nulla ma finiscono per prendere magicamente corpo, vivendomi accanto e prendendo tutti una parte di me, diventando esse stesse vita.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Capitolo 1 

giugno 2008 – il giorno della festa 

 

Il vestito azzurro svolazzava sopra le ginocchia oscillando con grazia infinita e accarezzava l’aria con la cura e la maestria leggera di una ballerina sorridente al saggio di danza. 

Dolcemente le pieghe del tessuto di seta color pastello scivolavano morbide sulle gambe snelle e rosate della ragazza, troppo distratta per apprezzare la sua genuina ed ingenua bellezza.  
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La leggerezza dei movimenti conferiva al tutto intorno a lei una festosa sfumatura verde acqua tradita dal trapasso dei raggi di sole che filtravano dalle finestre spalancate della stanza piena di aria fresca e di profumi. 

Uno specchio, troppo grande per il tavolo sul quale poggiava, rifletteva compiaciuto la bellezza dell’età acerba della donna e le risate complici di giovani baccanti spensieratamente lontane da qualsiasi paura. 

Davanti ai loro occhi una serata, ruffianamente odorosa di primule, giacinti e camelie, che prometteva scambi di truccatissimi sguardi ed audaci baci al sapore di rossetti pastosi e glitterati. 

Erano quasi le sette di sera ma nei cuori e nei loro battiti pulsanti, la vita era appena cominciata e prometteva vibrazioni e seduzioni come le avrebbe descritte Alberto in una delle sue lezioni appassionate. 

Ignara dell’arte di sedurre, giovane fanciulla, lasciati condurre alla danza in onore degli dèi, quando la luna è alta nel cielo e le stelle scintillano… 

Il cuore di una ragazza felice batte più veloce. Freme e si gonfia ad ogni boccata di vita in continuo contatto con i sensi.  

Venite…Voi che amate il suono delle pelli e il tripudio notturno, unitevi a noi nel canto e nella danza… 

Ma queste baccanti del piano terra della palazzina color giallo ocra aspettavano da tanto tempo quella serata, con la frenesia con la quale ogni sedicenne può attendere l’imminente euforia che la ricoprirà.  

Euforia di primavera e di un evento circolare come la vita, che avrebbe visto traguardare obiettivi sentimentali nati nei lunghi autunni sotto crepitii di foglie essiccate, poi covati sotto lanosi maglioni invernali e finalmente schiusi come uova di rondine con i primi caldi primaverili. 

E quando le baccanti danzano in cerchio e gridano frementi,  il suolo risuona e i monti echeggiano del suono del loro tripudio… 

La serata era calda e il vento che entrava dalla finestra rinfrescava le guance truccate di Marilù e delle sue amiche fidate, pronte a sfinirsi solo alle prime luci dell’alba… 

Danzeremo con la fiamma del desiderio negli occhi. A noi piace la notte, a noi piace la luna… 

“Stasera Mary…”.  

E fu subito un sorriso pastoso che solo il suo CHANEL ROUGE COCO sapeva imprimere al volto. 

Non fu difficile capire a cosa facesse riferimento Emma, l’amica del cuore, ammiccando complice come altre migliaia di volte nel corso della loro infinita e intensa amicizia decennale. 

Emma la bionda, Emma la rossiccia, Emma la rasta con le perline bianche che volteggiano sul lungo mare, Emma la compagna delle medie che, piccola e smilza, gli occhiali larghi e la faccina smunta, è ancora al suo fianco in seconda fila al liceo, trasformatasi nel tempo in uno splendido cigno dalle movenze aggraziate anche quando si sporge goffamente a copiare da Marilù i test di matematica e di geometria solida.  

“Uffa che noia che sei…Ma mi vuoi lasciare in pace…Sei davvero in fissa tu…”.  

Marilù, Mary per tutte, non aveva tardato ad azzittire, come usanza, la sconveniente e impertinente esuberanza dell’amica.  

Questa volta, per l’occasione, con la bocca aperta davanti allo specchio, emettendo suoni poco comprensibili, intenta a passarsi il suo “HOLLYWOOD LIPPLUMPER” meticolosamente distribuito su labbra carnose e ben delineate. 

“Uffa tu, invece… 

Trasformi ogni confidenza in un insopportabile e intollerabile tabu”. 

Era chiaro quale fosse il motivo della conversazione e le reciproche posizioni in campo su un tema che, soprattutto negli ultimi tempi, assorbiva molte delle giovani conversazioni notturne, quando il vento solletica dolcemente le piante di piedi alzate e distese in ordine sparso su letti uniti per il pettegolezzo guizzante. 

“Emma, ne abbiamo parlato un migliaio di volte…Quando succederà te lo dirò ma per favore smettila di fissarti e convincere la tua ossessione malata che ogni sera che abbiamo una festa io debba necessariamente… Lo sai che non mi va sta cosa…Che noia…” 

L’amica si appoggiò alla spalla della compagna, ancora intenta a guardare che tutto fosse perfettamente in ordine sul suo volto.  

Un finto bacio lasciò intendere la volontà di riappacificarsi per un litigio che in realtà non esisteva e per difendere, ancora una volta ne fosse necessario, il suo giocoso e impertinente pensiero. 

“Vabbè santarellina, fai come vuoi. Non ti lamentare se poi rimani una zitellina e nessuno ti si prende…” 

Un momento di pausa per assicurarsi che pace fosse fatta. 

“A me sta bene così. Non frega nulla di quello che dice la gente…E poi ho sempre te, amore mio…”. 

Le parole uscivano dalla voce della ragazza con un’armonia che rendevano superfluo l’essere così incredibilmente bella, con i capelli biondi morbidamente appoggiati sul collo lunghissimo e il corpo snello e sinuoso regalo di una natura generosa ma temprato da lunghe sessioni di “KRAV MAGA” alla “SOLAR GYM POWERFUL” vicino a casa. 

“Sei bellissima tesoro…” si limitò a ribattere l’amica guardandola negli occhi con un sincero e spontaneo scambio di Mascara “BLONDESISTER EFFETTO VENTAGLIO CIGLIA FOLTE” 

“Anche tu tesoro” ribatté Mary carezzandole il cuore con la voce limpida e vellutata come uno yogurt cremoso. 

Era quasi ora di andare e mancavano pochi ritocchi prima di poter considerare completata l’investitura ricercata e accuratamente studiata e condivisa con il gruppo.  

Intanto Rihanna e Calvin Harris accompagnavano dalla radio l’attesa con il giusto sound preparatorio e accattivante… 

We found love in a hopeless place… 

We found love in a hopeless place… 

Ogni ragazza nella stanza si affrettò a completare il proprio dressing, ottenendo risultati più che soddisfacenti e di gran lunga più accattivanti di quanto ogni genitore avrebbe, in cuor suo, sperato per le figlie. 

Ragazzine tradite da gambe slanciate su tacchi lucidissimi, sinuosità che, con non poca malizia, accarezzavano reggiseni e scollature appuntite e volti dai quali qualsiasi imperfezione era stata sapientemente rimossa da correttori del trucco. 

“Sai cosa penso comunque Emma?”  

La voce di Mary si fece più maliziosa e improvvisamente ironica. Emma sorrise sapendo già che la cosa l’avrebbe divertita. 

“Dimmi tesoro” 

“Che stasera sei veramente uno schianto assoluto…Secondo me stasera sarai tu, la regina della festa! Dovrai scacciarli come mosche, per come ti si appiccicheranno al collo”.  

Adesso il gioco si era invertito ed era Emma a sentirsi stranamente in imbarazzo, rendendo le sue lentiggini ancora più accese del solito. 

Non era frequente che succedesse ma era comunque tutto possibile ogni volta che trascorrevano minuti di vita insieme.  

Erano passati pochi anni, in fondo, ma sembrava passata un’eternità, guardandole ora insieme giovani donne, da quando Emma aveva confidato a Mary la sua cotta per Sandrino, il ragazzo di prima media con i capelli a spazzola vincitore della gara di tabelline, infallibile campione che aveva sbaragliato la concorrenza senza topparne neppure una. 

Dopo il capolavoro che gli era valso i complimenti del maestro Lo Monaco si era girato, piccoletto e cicciottello, verso Emma, sistemandosi la stanghetta degli occhiali sul naso e arricciando leggermente naso e fronte. 

Emma ne era rimasta ammirata, ipnotizzata da quell’essere buffo che rispondeva alle domande come un esperto matematico, tenendo testa a Esteban, di un anno più grande e soprattutto venti centimetri di altezza in più o a Iolanda con la sua coda di cavallo leggendaria. 

“Sono cotta di lui…” aveva confessato a Mary in un pomeriggio di aprile inoltrato. 

“Scrivigli un biglietto, chiedigli se vuole stare con te…” 

“Non so…”. 

“Lo porto io…il biglietto…tranquilla…”.  

Il resto è storia.  

Emma sarebbe presto diventata una farfalla e si sarebbe innamorata altre mille volte di altri mille ragazzi, lasciando a Sandrino l’orgoglio di essere stato “il primo” e il diritto di sentirsi per sempre il più desiderato dalla prima giovanissima Emma. 

Non ci volle molto prima che Emma riprendesse la sua solita parlantina e rivendicasse la proverbiale impertinenza… 

“Brutta stronzetta viziosa che non sei altro…Allora non sei tanto santarellina come vuoi far credere…Anche tu sei normale, come tutte noi…”.  

“Non ho mai detto di essere una santa, mia cara…Guarda che so essere anche io una tigre se voglio…Grrrr”.  

Accompagnò il ruggito con una smorfia volontariamente buffa e goffa che nulla tolse alla sua bellezza acquisita di diritto da Madre Natura. 

È il dono delle persone che sanno essere e di essere belle. Di chi emana fascino dal nulla. Apparire affascinanti laddove chiunque altro risulterebbe fuori luogo. Sbagliato. Inappropriato. 

Giocare con le proprie debolezze rendendole desiderabili da parte di chi le ammira senza vergogna, ad occhi aperti. 

Fu tutto veloce e istantaneo. 

Poi una risata conclusa con un abbraccio fra sorelle di vita insieme. In una automatica e spontanea promessa di essere amiche per sempre. 

Con un tempismo quasi cinematografico il loro pezzo preferito “passò” inaspettatamente alla radio sancendo la promessa delle due con una versione tutta acustica di WISH YOU THE BEST 

La musica attraversò la stanza come una freccia scagliata forte e sicura e unì per un’istante gli sguardi delle due ragazze. 

Si fermarono come a voler tenere quel momento tutto per loro, meritandosi vicendevolmente l’amore che erano riuscite a crearsi a vicenda, con passione e fatica. Stare li dopo tanti anni e volersi sempre così bene non poteva essere solo un dono o una fortuna. C’era della farina, ottima farina, nel loro sacco, evidentemente. 

I’ll miss knowin’ what you’re thinkin’…And hearin’ how your day has been… 

“Non ci lasceremo mai tesoro, vero?” 

“Mai…te lo prometto. Sorelle per sempre…”. La musica rendeva magico il momento. 

I wanna say I wish that you never left…Oh, but instead I only wish you the best… 

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Luca Faggella Pellegrino
Milanese, 47 anni. Sposato con il suo amore Anna.
Due figlie magnifiche , Cecilia ed Elena, e il suo fedele carlino Tonino.
Amante dei libri ben scritti, delle case sulla ferrovia e delle tavole ben apparecchiate.
Manager milanese, ha una passione per i viaggi, per la cucina italiana e per la scrittura.
A tratti malinconico, sempre sovrappeso.
Pubblicato presso Amazon il suo primo romanzo, intitolato "La vita fuori".
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